CONSULENZA PERSONALE
VOMITING

Il terapeuta chiede: “Lei è disposta a fare qualunque cosa per superare il suo problema?, la paziente risponde “Sì, a patto che lei non mi chieda certo di smettere di mangiare e vomitare perché non ci riuscirei, farò tutto ma non mi chieda di fare nulla direttamente su questa cosa, perché, è una cosa che mi piace troppo e non posso assolutamente non farlo”

Tratto da “Al di là dell’amore e dell’odio per il cibo” di Giorgio Nardone presente in bibliografia

Nonostante la letteratura (APA, 1994) classifichi ancora il vomiting come una variante dell’anoressia e della bulimia nervosa, il Centro di Terapia Strategica di Arezzo e la sua ricerca empirica ha mostrato come il vomiting si basi su una struttura e un modello percettivo del tutto differenti. Il vomiting rappresenta spesso una tentata soluzione, un modo per perdere peso o evitare di aumentare di peso pur continuando a nutrirsi. E’ un modo per non smettere di mangiare senza subire gli effetti dannosi della propria relazione con il cibo. Inizialmente questa tentata soluzione funziona, ma, quando il ciclo abbuffata/vomito viene reiterato, si trasforma in un rituale sempre più gratificante; nel giro di qualche mese diventa il piacere più grande, un piacere di cui non si può più fare a meno. Una volta istaurato il vomiting, il problema non è più quello di tenere sotto controllo il peso, ma la compulsione al piacere